Ora

In questi giorni "Se non ora, quando?" è una frase che si sente dappertutto. Quando la sento o la leggo, però, a me viene in mente un brano che sta alla fine del libro di Primo Levi a cui dà il titolo. "Se non ora, quando?" racconta la storia di una banda di partigiani ebrei che combatte in Russia e nell'Europa dell'est. Alla fine del libro però la banda arriva al confine italiano, diretta in Palestina. Qui incontrano Chaìm, ebreo e membro della Brigata Palestinese (che combatteva con gli inglesi), che gli spiega in quale strano paese stanno per entrare. Dice così:

- L'Italia è un paese strano. Ci vuole molto tempo per capire gli italiani, e neanche noi, che abbiamo risalito tutta l'Italia da Brindisi alle Alpi, siamo ancora riusciti a capirli bene; ma una cosa è certa, in Italia gli stranieri non sono nemici. Si direbbe che gli italiani siano più nemici di se stessi che degli stranieri: è curioso ma è così. Forse questo viene dal fatto che agli italiani non piacciono le leggi, e siccome le leggi di Mussolini, e anche la sua politica e la sua propaganda, condannavano gli stranieri, proprio per questo gli italiani li hanno aiutati. Agli italiani non piacciono le leggi, anzi gli piace disobbedirle: è il loro gioco, come il gioco dei russi sono gli scacchi. Gli piace imbrogliare; essere imbrogliati gli dispiace, ma non tanto: quando qualcuno li inganna pensano «vedi che bravo, è stato più furbo di me», e non preparano la vendetta ma tutt'al più la rivincita. Come agli scacchi appunto. [...] Ma a questo punto vi devo dire la cosa più strana di tutte: gli italiani si sono dimostrati amichevoli con tutti gli stranieri, ma con nessuno si sono mostrati amichevoli come con noi della Brigata Palestinese. Ci hanno aiutati non benché fossimo ebrei, ma perché lo eravamo. Hanno aiutato anche i loro ebrei; quando hanno occupato l'Italia, i tedeschi hanno fatto tutti gli sforzi che potevano per catturarli, ma ne hanno preso e ucciso solo un quinto; tutti gli altri hanno trovato rifugio nelle case dei cristiani, e non solo gli ebrei italiani, ma molti ebrei stranieri che si erano rifugiati in Italia. [...] In Italia non c'è mai stato un pogrom, neanche quando la Chiesa di Roma incitava i cristiani a disprezzarli e li incolpava di essere tutti usurai, neanche quando Mussolini ha imposto le leggi razziali, neanche quando l'Italia del Nord è stata occupata dai tedeschi; che cosa siano i pogrom, in Italia, non lo sa nessuno, neppure che cosa voglia dire la parola. [...] Ecco, è questo il paese dove state entrando; un paese di brava gente, a cui piace poco fare la guerra, e invece piace molto imbrogliare le carte.

Il libro, tanto per intenderci, è del 1982. Non saprei fare un confronto con l'Italia del 2011, ma voi magari sì.