Una storia

Bene, visto che ormai la cosa è di dominio pubblico (almeno per chi ieri ha letto Repubblica, edizione di Bologna), è ora di fare un post sulla storia con cui ho vinto Komikazen, e che se tutto va bene l'anno prossimo dovrebbe diventare un libro. Vi avviso che il tono sarà molto diverso da quello che solitamente si trova su questo blog...


Dal 2003 al 2008 mio padre ha vissuto in stato vegetativo. Per quasi tutto questo periodo, siamo stati in una clinica di Bologna, diciamo specializzata per questi pazienti. I miei quaderni sono pieni di disegni e testi fatti in quei cinque anni. Dopo tutte le polemiche sul caso di Eluana Englaro, ho deciso che non potevo più stare in silenzio: vorrei raccontare quello che ho visto, portare una testimonianza, perché il coma (o meglio lo stato vegetativo) non è quello che si vede in tv, e solo pochissimi in questi mesi hanno detto le cose come stanno.

Raccontare questa storia mi mette molto a disagio, ma penso di doverlo fare. Vorrei farlo con un fumetto perché ho delle immagini che devo mettere sulla carta, perché le parole non bastano, perché non ci possono essere fotografie. Non c'è ancora quasi niente di pronto, ma su Repubblica Bologna potete vedere alcuni dei disegni esposti a Ravenna. Probabilmente il risultato finale sarà molto diverso, ma nel momento in cui li ho fatti quello era l'unico modo di disegnare che mi faceva sentire un po' più a mio agio. Non voglio ritrarre nessuna persona reale, ma rendere le loro espressioni. E soprattutto non voglio offendere o mancare di rispetto agli altri familiari e a chi ha vissuto esperienze simili. E' la mia testimonianza, sono gli occhi di un figlio, e se c'è una cosa che ho imparato in questi anni è che ognuno vive queste situazioni a modo suo. E non esiste un modo migliore.